Ho detto NO ad una serata devastante. Ho detto NO ad un compleanno ignorante (solitamente i migliori) che prevedeva pullmino e ballata sul Lago di Garda. Ho detto NO.
Qualcuno dice che sto invecchiando, probabilmente hanno anche un po’ ragione. Ma il mio NO deriva da una situazione mentale abbastanza delicata, e non dalla paura dei postumi alcoolici. Serate del genere mi riempiono sul momento, il giorno dopo invece mi svuotano, come lo sciacquone dell’Airbus A380. Tutto quello che prendo in una notte si smaterializza alla prima luce del giorno dopo. Azioni e parole impresse nelle fotografie, o a malapena nel ricordo degli altri. Voglio fare quello che voglio e dire quello che penso senza aver bisogno di sfondarmi di alcool.
Senza la giustificazione dell’alcool.
Perché se si è ubriachi, qualsiasi cosa si faccia può esser giustificata in maniera codarda e meschina. Da sani invece è tutta un’altra cosa. La gente non comprende quasi più i miei comportamenti, probabilmente non si fida neanche più di quello che penso, che poi dico. Spesso non vengo preso sul serio. Tengo dentro poco ormai. Lo butto fuori perché credo che tutto quello che c’è in me sia patrimonio dell’umanità. Merda compresa, perché come tutte le persone forti, anche io sono debole, perchè come tutte le persone intelligenti, anche io sono ignorante. Perchè come tutti i coraggiosi, anche io ho paura.
La mia paura principale è quella di buttare via il mio tempo, vivendo secondo gli schemi ed i canoni che tanto vanno di moda in questa società, nelle differenti fasce d’età. Non poter fare quello che voglio, proprio ora che inizio a capire che cosa voglio veramente.
Altolà! Con questo post non sto dicendo che smetterò di bere o che non mi ubriacherò più. Intendo dire che passerò sempre meno serate ignoranti e devastanti, ma di serate in cui si sta un po’ su di giri, con le persone giuste, ce ne saranno sempre di più, inoltre, mi lascerò sempre più andare nel quotidiano, come se fossi su di giri, senza dover per forza bere qualcosa. Poi, che io piaccia o non piaccia, non sarà un mio problema. Devo sentirmi vivo, altrimenti continuerei a morire giorno dopo giorno.
E mi son sentito vivo quando ho proposto un’orgia a due splendide ragazze, venerdì notte, senza aver bevuto nulla. Mi ha fatto sentir vivo il loro silenzioso ed imbarazzato “far finta di non aver sentito”. Mi ha fatto sentir vivo risvegliarmi due ore dopo col cazzo più duro della macchina che mi ha investito. Mi son sentito vivo il giorno dopo, a cucinare per tutta la mia famiglia. Mi son sentito vivo la sera a passeggiare con mia madre per la festa del paese. Mi son sentito vivo a guardare il documentario di Bruce Lee la domenica pomeriggio, mentre erano tutti in piscina o al mare. Mi son sentito vivo, subito dopo, a desiderare di raggiungere un vicino capoluogo di provincia in bicicletta, e di realizzarlo. Mi son sentito vivo al ritorno, con le gambe che non rispondevano più, fermandomi a fare stretching. Mi son sentito vivo stanotte, svegliandomi sudatissimo, ancora vestito, dopo aver detto, a cena, “mi sdraio due minuti e poi esco”.