Il treno del ritorno, il treno degli ultimi ricordi appena vissuti. Gli ultimi saluti da lontano, agli amici virtuali, ritrovati per poco tempo, come una magia a scadenza, nella vita reale.
Una vacanza indimenticabile, di quelle che cambiano la vita, decisamente in meglio. Il sapore della libertà in una delle città più belle del mondo, ROMA, detta anche capitale del mondo. Non so perché, per me rimane la capitale dei passeggiatori. Quanti chilometri a piedi in cinque giorni!!! Secondo me, quasi un centinaio…
Il treno corre da sud a nord ad una velocità veramente sostenuta. Ci si accorge che non tutte le nuvole sono uniche, capita che alcune stiano di fronte ad altre e nella nostra lentezza quotidiana veniamo un po’ illusi, con l’alta velocità invece, ci si trova da un punto all’altro in breve, e queste bastarde si scompongono mostrando fra se anche decine di chilometri…
Sarebbe bello trascinare il proprio corpo a queste velocità, chissà quante altre cose ci sfuggono a rimaner fermi… Non come il pensiero… Quello attraversa il tempo e lo spazio senza freni, e per fortuna non lo si può fermare.
Penso quindi per forza ad oggi, all’ultima passeggiata, alla molla che si è caricata dentro di me in questi giorni, sento che devo esplodere…
L’ultima passeggiata è avvenuta in solitaria, ho voluto ripercorrere tutti i luoghi dove ho condiviso qualcosa con i miei nuovi amici, diciamo una specie d’omaggio…
L’isola Tiberina,
i suoi ponti, il ponte rotto, il cinema all’aperto ed i ristoranti sul fiume. Una grande sorpresa per me che non c’ero mai stato. Di sera è veramente molto suggestiva e fresca. Mi son incontrato in questo luogo divino con l’amica Micuzza. Blogger che seguo da molto tempo ormai, che ho sempre stimato per la gran forza e la grande voglia di vivere, e di volersi bene. Di persona, una persona davvero fantiastica, dolcissima tanto quanto son grosse le sue palle. Perché lei sì… HA DUE PALLE COSI’, che solo in poche donne ho saputo ritrovare.
L’emozione che ho provato appena l’ho vista potrebbe essere indescrivibile, ma ci voglio provare lo stesso. Durante l’attesa, mi trovavo a ridosso del ponte ad osservare il maxischermo allestito per il cinema all’aperto, fissavo lo schermo, ma era impossibile riuscire a concentrarsi sul film, la mia testa si faceva domande una dietro l’altra, come i battiti del cuore, che si facevano sempre vicini l’un l’altro, aumentando il numero delle domande…
Appena l’ho incontrata, un sorriso contornato dalle più belle fossette mai viste in vita mia, ha scaricato tutta la tensione che si era accumulata. Eccola lì finalmente, la prima persona che incontro dal vivo dopo quasi cinque anni di blog.
Abbiamo cenato in un ristorante all’aperto con vista sul ponte rotto, tagliata, ratatouille, patate al forno e due bottiglie di vino, chiacchiere a non finire, situazioni personali, qualche passione e qualche domanda sul futuro.
Trastevere,
i vicoli stretti, le chiese in miniatura, che a Roma son tutte grandi grandi grandi, i palazzi tutti compressi, per larghezza ed altezza, ristorantini qua e la con pergolati e fiori. Un quartiere di storia compressa. Anche qui, nelle mie precedenti visite, non c’ero mai stato. Altra scoperta della gentil Micuzza, che mi ha portato a pranzare a suon di birre potenti per me, leggere per lei che doveva lavorare. Pettegolezzi di pizza fritta con pomodoro e mozzarella, ed un tris di supplì dal gusto ESAGERATO! Anche qui si è chiacchierato un bel po’, ed io onestamente, a fine pranzo, ero già bello “in aria”, che non ho mica potuto dir di no alla quarta birra, bevuta in un localino grande quanto la mia camera da letto, con SEDICI spillatrici e QUATTRO frigoriferi stracolmi di birre artigianali.
La ragazza di birre ne sa tante, tante quante ne sapeva Andreotti sulla famosa trattativa stato-mafia.
Lei è una persona davvero speciale, tutto quello che pensavo di lei, leggendo i suoi post, rifletteva perfettamente ciò che è nella realtà. Ha una forza eccezionale, vive una vita lavorativa dai ritmi e dagli orari veramente impegnativi. Apprezzo e ringrazio col cuore in mano, il fatto che abbia trovato del tempo per me in questi giorni, ringraziamento che estendo a tutti quanti. Adoro il modo che ha di porsi con le persone, ne conosce parecchie e tutte queste erano davvero tutte molto contente d’incontrarla. Possiamo dire che, in tutti i locali in cui mi ha portato, lei accendeva la luce. C’è solo una piccola cosa che mi da ancora da pensare, ovvero, mi è stato davvero impossibile, in questi incontri, riuscire a guardarla negli occhi per qualche secondo in più, per poter leggere la sua anima fino in fondo. Il suo sguardo mi sfugge dalle mani come il capitone che voleva ammazzare mio padre a Natale. Ed è davvero un peccato, perché è come avere di fronte uno dei libri più belli del mondo, chiuso a chiave.
Il treno rallenta, paesaggi stupendi mi si presentano di fronte ogni volta che guardo dal finestrino, vorrei non smettere mai di attraversarli.
Piazza di Spagna,
uno dei miei luoghi preferiti di sempre. Una fontanella stupida stupida, che separa una delle vie più insulse del mondo, alla scalinata tanto affascinante quanto fuori norma, dato che è priva di scorrimano. Un perfetto punto di ritrovo per me, DeathEndorphine, la Nana ed r. Qui le persone senza dignità, si sdraiano a faccia in giù per tutto il giorno, ciondolando un po’ le anche, con un bicchiere in mano a chieder l’elemosina. Le persone che preferiscono non andare a rubare invece, vendono bottigliette d’acqua e lattine di birra e bibite fresche. Altre invece vendono palline splatter, facendo una fischiata da cartone animato ogni volta che la spiaccicano per terra. Un must di questi tempi, non puoi non averne una, infatti Beppe mi ha chiamato da Milano per farmela acquistare… I turisti ne vanno matti, anche se preferiscono imbastire improvvisi balli di gruppo, oppure fotografare gente che non conosce, soprattutto me. La gente invece che reputo intelligente, si porta dei cuscini e del vino da casa, godendosi lo spettacolo in tutta comodità, bevendo la cosa che più li aggrada, e perchè no, magari anche limonare un po’.
Vabbè… Non è comunque quello che abbiamo fatto noi.
Io li ho attesi sul secondo gradino a partire dal basso, gustandomi un litigio fra PR spagnoli ed inglesi, che si contendevano la zona per la distribuzione dei loro volantini del cazzo. Il telefono poi squilla, son loro che son arrivati ma non mi vedono, io li vedo, e mi parte un sorrisone che quasi mi si apre la testa, facendo uscire le caramelle giganti PEZ che nascondo nel mio cuore. Li riconosco tutti, tranne uno, che non è r. E’ Namylar, blogger che non ho mai seguito, ma avevo visto “gravatare” su qualche blog sparso per la rete. Una piacevole novità.
DeathEndorphine e la Nana non sono così basse come si ritengono, la prima ha i capelli che le coprono molto il viso, credo per la frangia o il taglio strano, gli occhiali da sole abbastanza grandi e parla a bassa voce, ma molto velocemente, ha un bel modo di fare, tanto quanto strano. Perché gesticola e si muove molto lentamente, ed ha anche un sacco di cose da dire. Mi ha raccontato un po’ della sua vita, del suo cuore che batte forte forte fortissimo per “pensierosuperficiale”, mi ha raccontato di lui, che fa arti marziali e prende a calci qualsiasi cosa, tanto che ha gli stinchi indistruttibili! La ragazza m’incuriosisce non poco, spero la prossima volta di aver più tempo per parlare con lei.
La Nanetta invece c’ha i capelli rossi e gli occhi della bimba che un giorno vorrei. E’ di una dolcezza disarmante, il modo in cui ti guarda e sorride fa venir voglia sempre di più di salvare il mondo, perchè ne vale sicuramente la pena. E poi è scema, non è nana, quindi le ho promesso che l’avrei sempre chiamata così, ad ogni commento che farò nei suoi prossimi post.
Namylar, come dicevo prima, si è rivelata una piacevole novità. Una persona che, nel bene, non dimostra assolutamente l’età che ha, ma che a pensarci bene però, l’educazione e le passioni che coltiva, la definiscono una persona di gran carattere ed esperienza. Merita sin da subito di entrare nell’olimpo dei bloggers che seguirò!
In questa meravigliosa piazza ho trascorso dei piacevoli momenti anche con gli amici della Nanetta, il famosissimo Elle, simpatico, alla mano ed estremamente disponibile; Antonio, un bolognese a Roma per figa, un ragazzo molto curioso ed entusiasta della vita; infine Giulio, il mio piccolo cicerone, che mi ha dato diverse dritte su questa fantastica città. Mi auguro un giorno di ricambiare in qualche maniera la loro ospitalità.
Si passeggia poi verso Piazza del Popolo, oggi da solo, sabato con gli altri per andare incontro a r., le chiacchiere scorrono come i nostri piedi fan zig zag fra auto parcheggiate, buche e turisti. Insoliti convenevoli che serviranno a far evaporare i rimasugli di un ghiaccio già bello che rotto nei primi cinque secondi che ci si è visti.
Piazza del Popolo,
quindi la nostra piazza, mica come piazza dei re di Roma, che è dei re di Roma. O mica come via della scrofa e via delle zoccolette, che son delle maiale. No! Questa è la nostra piazza. L’obelisco nel mezzo sta a ricordare il dolore che si prova quando l’andiamo a pigliare in culo.
Qui conosco finalmente r., un pensatore coi controcazzi, un aspirante esteta della parola, un buongustaio di discorsi e di belle fighe. Non vedevo l’ora di conoscerlo di persona. Lo immaginavo un fighetto trentacinquenne con la camicetta ed il pullover appoggiato sulle spalle, mocassino e pantalone vellutato anche d’estate. Invece m’ha stupito perchè anche lui dimostra esteticamente molti anni in meno di quelli che ha. Un bel ragazzo, dal sorriso contagioso e dalle mille parole, perchè davvero ne ha tante! Parla, parla e riparla ed io vorrei che non smettesse mai, che a me si sa che piace ascoltare.
Il Pincio,
la terrazza che s’affaccia su Piazza del Popolo e soprattutto, su tutta la città. Una volta arrivati, di fronte a questa vista, respirare non ha più senso. Qui mi siedo e mi rotolo una sigaretta. Me la fumo contemplando il mio universo, tenendo il pugno sotto il mento, proprio come il mio Gravatar. Imponenti tanto quanto magnifici, la fan da padrona il Vittoriano ed la cupola di San Pietro.
Qui ripenso ai discorsi fatti con la Nana, passeggiando da San Pietro al Colosseo, al mio lato oscuro, al suo, a questa voglia di riscatto che ci accomuna. La vedo come una piccola me, abbiamo trascorso un paio d’ore a parlarci col cuore in mano. E’ una ragazza di una sensibilità rara, timida e quindi anche molto introversa. Nonostante questo, si lascia guardare negli occhi, mostrandomi un po’ di paure, ma anche un mondo colorato che non vedo l’ora che esploda. Sono molto affezionato a lei, le voglio bene, davvero tanto. Già mi manca…
Penso poi anche ai discorsi fatti da solo con r., al feeling che si è instaurato fra noi, prima coi post, poi nella realtà. Ogni tanto ci si guarda, si sorride e ci si abbraccia, come due grandi amici che non si vedevano da tempo. R. ha un bel modo di fare con le persone, è simpatico e le mette subito a proprio agio col sorriso e con le sue battute. Ogni tanto si blocca e guarda il telefonino, ma la maggior parte di queste volte, si porta pollice ed indice al mento, come a pensar qualcosa. Io credo che lui nella vita ne ha prese tante di bastonate, ed il suo modo di reagire dovrebbero prenderlo tutti d’esempio, ma è il più difficile, anche se, il più efficace. Continuare a cercar di star bene, sempre e comunque, e cercar di far star bene anche tutte le persone che lo circondano.
E la Milla? Incontrata finalmente l’ultima sera, assieme ad r. e Nana al Burger King. Quante risate mi ha fatto fare con i suoi post? Quanto mi ha fatto sclerare coi suoi scritti, per capir le emozioni che provava nelle sue avventure e vicissitudini? Perchè poi io son fatto così, io quando prendo a cuore qualcuno, voglio capire cosa prova dentro, oltre a quello che pensa e che ha da dire. Voglio sentire il loro fuoco! E lei è cosi anche dal vivo, pacata, educata, cinica, simpatica, introversa e disponibile al confronto. Esteticamente ricorda la strega di Biancaneve. Bella, candida di carnagione e con uno sguardo magnetico di quelli che ti devi inventar qualcosa per smettere di fissarla, altrimenti si rischia di venir presi per maniaci, o di essere mangiati. Peccato per il poco tempo condiviso, davvero, davvero un peccato…
I ricordi e le emozioni, di fronte a questa vista, mi agitano e mi fanno sentire vivo. Il cuore si gonfia e nei condotti lacrimali c’è la fila. Dio mio quanto mi mancheranno, quanto tempo avrei voluto ancora passare con loro, quanti altri discorsi profondi e teorie assurde avrei ancora voluto condividere. E le cazzate poi? Mamma quante altre cazzate insieme ci saremmo potuti inventare… Ma non posso piangere, non devo, perchè questo non dev’essere un addio, ma uno stimolo a tornare, e ritornare, perchè ci tengo davvero… Che cazzo…
Che Roma è Roma, le vacanze son vacanze, la libertà non ha prezzo… Ma le persone che ho incontrato hanno reso tutto ciò INDIMENTICABILE.
Arrivederci amici miei.