Un po’ di disagio.


Settimana scorsa ci siam sentiti poco qui sul blog, vi ho lasciato con una rebloggata interessante, sulla forza di volontà e sul cambiamento personale. Poco prima invece il post sulla forza… Com’è andata secondo voi? Il muro è duro e sbatterci contro violentemente con un tir rischi di distruggerlo e di farti male. Bisogna invece provare a scavarlo pian pianino, ma anche lì c’è da stare attenti che un po’ di dolore glielo si fa sempre sentire. L’idea principale è quella di dipingerlo questo cazzo di muro, di farci un bel disegno che piaccia ad entrambi…

Mercoledì sera, aperitivo esplosivo dopo il lavoro e festa fino al mattino a Milano. Ci ho dato dentro! Cocktails, sbaciucchiamenti e improvvisate da ragazzo immagine mi han fatto sentire il re della serata, anche se ricordo ben poco purtroppo… Il giorno festivo mi ha permesso di fare il ponte, ma non è che abbia riposato molto, anzi… Pesanti postumi per tutta la giornata di Giovedì. Venerdì pulizia meticolosa della mia stanza, Sabato pulizia meticolosa del bagno, Domenica qualche lavoretto…

La Gerry è di nuovo in terronia, per i Morti… Quindi bisogna anche far da mangiare e sistemare un po’ le cose, che non si sa come, pare vadano in giro da sole per la casa… Il computer l’ho acceso solo tre volte per vedere la posta e due puntate di un telefilm, questi sicuramente i momenti più rilassanti delle vacanze.

La sera ha quindi il sapore della stanchezza e anche un po’ della solitudine. Rimane quasi sempre l’amaro in bocca, sia che non si faccia un cazzo, ritrovandosi con due amici al bar, sia che si vada in qualche locale, pieno di gente, con diversi amici che solo un paio pare non abbiano problemi, gli altri tutti quanti tesi. Io la tensione la sento sempre quando c’è! Puzza di nervi tesi, finta sbadataggine, tentativi di controllo imbarazzanti… Io non sono scemo… Ma mando giù anche questa, perchè in fondo mi metto nei loro panni e sento che non sanno reagire, e che i loro goffi tentativi li porteranno comunque a qualcosa, è così che si cresce, no?!? Diamogli fiducia.

Arrivo nel letto a pezzi, perchè poi a fine serata non me ne torno subito a casa, ma faccio dei giri in macchina a pensare con la musica bassa oppure a cantare ed urlare con la musica altissima… Un paio di sigarette fin quando proprio la vista non comincia ad affievolirsi… Nel letto poi è una tragedia…

Questa sera ci sarà Nina Zilli a Milano. Suonerà in un teatro… Mi sarebbe piaciuto tantissimo andare a sentirla cantare, un amico mi ha proposto di andarci ma io non son stato molto “della quale”. Non fosse stato in un teatro sarei andato sicuramente con lui, anche da solo, senza troppi problemi. Ma la Nina, a sentirla cantare da seduti verrebbe sicuramente un po’ di magone se al mio fianco ci fosse soltanto questo amico… Non ho nulla contro di lui, ma vien voglia di stringere la mano ad una compagna, guardarla negli occhi per comunicarle le sensazioni che si provano al momento e perchè no, darle anche qualche bacetto…

Proverbi dei bevitori #4


Chi la beve la vince. (dubbasonic)

Botte vecchia fa buon vino! (Lu.)

Bevi e lascia bere.

Uno ordina l’altro beve.

Una vodka per uno non fa male a nessuno.

Un’Heineken non fa primavera.

Un rum e pera al giorno toglie il medico di torno.

Una media tira l’altra.

Rutta bene quel che finisce il bere.

Tutte le strade portano al baretto.

Tra il bere e il fare c’è di mezzo il bicchiere.

Tanto va lo sbronzo al bagno che ci lascia il bicchier di vino.

Si parla del diavolo e spuntano le Du Demon.

Birra e vino quando son bevuti non tornano indietro.

Pane al pane e vino al Vico.

Ognun per se e vino per tutti.

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Proverbi dei bevitori #3


Al rum non si comanda.

Bisogna bere per vivere, non vivere per bere.

Chi beve non piglia pepsi.

Chi beve per primo beve sempre due volte.

Chi beve acconsente.

Chi vivrà, berrà!

Donna al volante, stasera si beve!

E’ la birra che “fa” l’uomo.

Errare è umano, perdoniamo col vino.

Il bere è di tutti.

L’amore non è bello se non c’è il Tavernello.

L’occasione fa l’uomo ubriaco.

La Weisse non è acqua.

La mamma dei Martini è sempre incinta.

La menta sta nel mezzo.

Mai piangere sul cocktal versato.

Meno astemi e meglio stiamo.

Nel dubbio bevi!

Non destare Albert che beve.

Ognuno ha il suo bicchiere.

Chi non beve a capodanno non beve tutto l’anno.

Se non è grappa è un bel moscato.

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Proverbi dei bevitori #2


A chi guida non far sapere quanto è buona la Ceres nel bicchiere.

Ambasciator non porta bere.

Chi ha sete non ha il bicchiere, chi ha il bicchiere non ha sete.

Chi mangia salato torna sempre ubriaco.

Chi si accontenta beve.

Chi va piano non rovescia il bicchiere.

D’amor non si beve.

E’ facile fare lo sbronzo con il bicchiere degli altri.

Errare è umano, l’amaro è Lucano.

Gli shot sono i primi a farsi sentire.

Il diavolo fa le pentole ma non i Bacardi.

I soldi vanno sempre dove c’è il bar.

L’ignorante afferma, il saggio dubita, il sapiente beve.

La birra è la virtù dei forti.

Il Centerba non muore mai.

Il lime viene sempre a galla.

Le vie del baretto sono infinite.

Meglio Bacardi che mai.

Sano con i tuoi, marcio con chi vuoi.

Ad ogni santo la sua secca.

Non rimandare a domani quello che puoi bere oggi.

Tanti Campari, amicizia lunga.

Rosso di mattina, il mal di pancia s’avvicina.

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Proverbi dei bevitori #1


A mali estremi, estremi bevute!

Ebrezza è mezza ubriachezza.

Cambiano i bevitori, ma i drink son sempre quelli.

Chi mal beve mal dorme.

Chi non beve si vede!

Chi tardi arriva paga da bere.

Con le buone maniere si beve tutto.

Donne e bar dei paesi tuoi.

E’ meglio una bottiglia di vino oggi che una birra domani.

Gallina che non beve, ha già bevuto.

Il Campari è il miglior amico dell’uomo.

L’assenzio è d’oro, la Tequila d’argento.

L’appetito vien bevendo.

L’uomo senza Campari è un morto che cammina.

La Becks è cattiva consigliera.

La pinta si conosce dal rutto.

Le Caipirine hanno le cannucce corte.

Meglio soli che con astemi.

Morto un litro, se ne fa un altro.

Nella botte piccola c’è poco vino.

Non fare il sorso più grande della bocca.

Paese che vai bevanda che trovi.

Rosso di sera, la pancia si dispera.

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Tea’s Magda is wonderful…


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La serata inizia che mi sveglio alle dieci di sera sul mio letto, assonnato per la giornata di lavoro psicologicamente stressante, e riposato per la notte che avrei affrontato. Mi preparo e in un’ora sono fuori. Caffè e Montenegro doppio prima di sapere il da farsi, Quattro partite a calciobalilla su cinque vinte, i litri di sudore che mi uscivano dalla faccia saranno stati invece una dozzina… Vabbè l’importante è vincere…

Sento Teo che mi dice che sta arrivando, becco il Riso che mi dice che andremo in macchina e non più in autobus. Meglio così, niente sbattimenti sotto un’eventuale pioggia. Mi informa che avremmo usato la sua macchina, e che avrebbe guidato la ragazza di Teo, c’era solo da andarli a prendere al paese successivo, che poi è sulla strada per Milano, e da li avrebbe guidato lei. Dal mio paese al successivo invece dovevo guidare io, in quanto il padre di Riso gli ha ritirato patente e libretto in quanto evidentemente non si è comportato bene.

Tutto bello contento, compro cinque Ceres, birra che mi faceva schifo, ma che ho incominciato ad apprezzare in quanto bevuta nel bicchiere è meglio, e a collo invece ti gonfia ed è da fattoni. Birre che avrei comunque bevuto a collo in macchina durante il tragitto… E chissenefrega, tanto guido solo fino al paese sucessivo. Rubiamo quindi la macchina del Riso, senza libretto, almeno l’assicurazione, le ruote ed il volante ci sono. Manca solo la benzina, che facciamo al posto giusto.

Arrivati al paese successivo, un buco di culo alternativo al nostro, scopro che la ragazza di Teo non viene più, e che quindi devo guidare io. Guardo le Ceres e cerco le telecamere per vedere se ero su “Scherzi a parte”… Niente telecamere, faccio un discorso al Riso, del tipo, ormai andiamo ma stiamo ai miei orari, appena arriviamo mi scolo tre Ceres, due cocktails e poi ballo fino al ripiglio completo! Altrimenti ce ne torniamo subito a casa.

Ed eccoci a Milano, la metropoli della Lombardia, anzi, diciamo pure che Milano è la Lombardia! Mi scolo tre Ceres nel frattempo che fumo una sigaretta, entriamo in lista Top a 25€ ed incomincia la festa. Due capannoni enormi, un sacco di gente ma sembra poca date le dimensioni del posto. I banconi dei bar saranno lunghi almeno 20 metri, la musica è fantastica, appena arrivati,nella consolle principale c’è Troy Pierce, poi seguirano Marc Houle e Magda.

Magda ha superato se stessa, rispetto al Mazoom ha suonato decisamente meglio, sperimentando qualcosina e lasciandosi andare ogni tanto a ritmi ricercati e nche frenetici. La serata è stata fantastica! Ringrazio Attilio della Lista Top per avermi offerto da bere! Ringrazio Teo e Riso perchè ci siamo davverdo divertiti. Tra le feste che ho fatto quest’anno, credo sia stata la migliore, per la gente e per la musica…

Riso ci ha dato dentro mica da ridere, vomita tutto prima di salire in macchina, guido io e ci sto dentro, anche se rischi di andare fuori strada a trenta all’ora perchè c’ercavo il segnalatore del livelo di benzina in quella macchinina del cazzo. Ci fermano pure gli sbirri quasi davanti casa, la macchina senza libretto, per di più Riso e Teo senza documenti. Non ci hanno fatto nulla… In quanto il pilota era troppo serio…

Jack at Capitan Stento


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Quando è in mezzo alla gente Jack è contento, ovvio però che non deve essere troppa, a lui piace avere lo spazio giusto per poter camminare tranquillamente, sempre nel caso in cui il tasso alcolemico è inferiore allo 0,5. In questo caso però si troverebbe un po’ impacciato nei movimenti, lo vedi perchè incomincia a sistemarsi la giacca, i pantaloni, controlla se nelle tasche manca qualcosa… Insomma gli piace avere tanta gente intorno ma quasi sempre si sente in imbarazzo. Jack è un uomo molto alto, ma nei locali è sempre comunque in punta di piedi, vuole vedere bene le facce delle persone che lo circondano, alla ricerca di qualcosa che lo colpisce, e un pò come un bambino sulle spalle del padre, incomincia a curiosare tra pettinature, orecchini, colletti di camicia, lembi di pelle femminile, occhiali e occhi di donna. Il suo desiderio è quello di incrociare lo “sguardo di fata”, ovvero quello che lo incanterebbe per tutta sera e che lo farebbe sognare tutta la notte.
Tutto cambia se Jack è sbronzo, lo spazio giusto per poter camminare tranquillamente lo troverebbe anche se nel locale non ci fosse lo spazio per far passare una mosca, riuscirebbe ad intraprendere addirittura un andamento stile “pappone americano”, ciondolando a ritmo di musica sulle ginocchia e pistolettando con le mani tutte le persone che riconosce, se il locale invece è uno di quelli “familiari”, ovvero dove conosce almeno il 90% delle persone presenti, è in grado di assumere un’entrata trionfale urlando “YEAH” con le mani al cielo, indicando colui che dovrà offrirgli da bere il prossimo giro.
La serata per Jack inizia però in maniera tranquilla, deve guidare e quindi non si mette ad esagerare con l’alcol. Una birretta o forse due, in certi casi solo un semplice drink. Si mette alla ricerca degli amici di sempre nel PUB più “in” della città, il “Capitan Stento”, un locale molto amato per la musica, la birra ed i drink serviti. Jack conosce molto bene il proprietario del PUB, è un amico di famiglia, uno di quelli che ha conosciuto tramite le numerose cene pallose fatte da piccolo, con i genitori, da fantomatici zii o mezzi parenti. In una di queste “celebrazioni del cibo” gli andò di culo il fatto che un mezzo-zio di famiglia avesse un figlio poco più grande di lui, Martin, che aveva la passione sfrenata per i LEGO, cosa che li rese subito amici inseparabili. Martin ha realizzato un locale coi fiocchi, uno di quei posti in cui tantissima gente dai gusti differenti si troverebbe in un luogo familiare, l’arredamento è caldo e informale, la birra è eccezzionale, ed i barman sono fenomenali a realizzare cocktails di tutti i tipi. Il punto forte del “Capitan Stento” è la musica, in grado di essere per tutti accogliente ad inizio serata, in seguito diventa ritmica ed avvolgente, fino a quasi-chiusura, dove, insieme alle luci, si fa rilassante, per cullare tutti verso l’uscita ed il mondo dei sogni. Ma il mondo dei sogni per quasi tutti in città è proprio il “Capitan Stento”, un posto dove la gente sa divertirsi e rilassari più che mai. Il significato del nome del PUB deriva da un tema scritto da Martin alle scuole superiori, il titolo del tema era: “Descrivi per te cos’è la felicità”. Lui dopo due ore consegnò un foglio a protocollo con scritto a metà pagina: “Capita a stento” e nient’altro. Prese tre. Ma riuscì nella vita a far capitare questa felicità nelle persone almeno ogni WeekEnd dell’anno, con un gioco di parole, nel suo locale da dieci e lode.
Jack ritrova gli amici vicino alla cassa, tutti accalcati per ordinare, si avvicina al banco, allunga dieci euro ordinando “il solito!” a Martin che si trova dietro il bancone, Martin risponde con una Weiss media, dieci euro di resto ed un sorriso sincero. Le chiacchere con gli amici sono sempre le solite, ma sempre piacevoli, si parla dell’amore che non c’è, di quanto è duro il lavoro e di quanto sia necessaria una sbronza per non pensarci.
A metà birra Jack esce per fumare una sigaretta, per riempire il solito vuoto che lo attanaglia da mesi ormai. La gente fuori è molta, tra le vampate di fumo si accorge che la maggior parte delle persone in città hanno i capelli scuri, corti e ben pettinati. Le ragazze invece sono quasi tutte castane, non troppo alte, e tutte truccate all’infinito per sembrare le più belle. Mentre boccheggia la sua Malboro, Jack nota uno sguardo dal taglio regale, ed incomincia a fissarlo. Jack crede che facendo così si scaturisca nella persona osservata un potere reale che la farà girare almeno per qualche secondo. E’ lei, è quella che cercava da tempo, è troppo carina e solare. Lei è sola e sta parlando con tre uomini, tutti gasati dai loro vestiti firmati e sorrisi smaglianti, ma a Jack questo non importa, continua a fissare lei negli occhi, ogni tanto fa una pausa e gli guarda le labbra, il mento e le orecchie… Jack è incantato e non smetterà di fissarla fino a quando non si gira. Finita la Malboro ciò accade, la sua musa si gira, incrocia lo sguardo con il suo e gli accenna mezzo sorriso imbarazzato. Jack sa ciò che vuole ma come tutti ha anche paura, paura dell’amore, paura del rifiuto, paura di soffrire. Le cicatrici sul suo cuore sono ben chiuse ma fin troppo visibili. Tutto ciò gli porta insicurezza e insoddisfazione, ma alla fine è ciò che vuole, la luna non è apparsa per caso e certamente è il momento giusto. Finisce la birra, la appoggia sul bordo della finestra del locale, e si avvicina goffamente alla ragazza, continuando a fissarle gli occhi, senza guardare dove mette i piedi, come se avesse paura di perderla. Arrivato quasi dietro di lei, girandosi, con la mano, per sbaglio o per fato, sfiora quella della ragazza e qui accade cio che per Jack sembrava un sogno. La mano della ragazza afferra quella di Jack e la stringe a se in un morsa di piacere incantevole, dove le dita si incastrano in maniera perfetta l’una di fianco all’altra. Jack viene avvolto da un calore inaspettato, alternato a brividi di stupore, la sua mente si fa solare e il suo cuore a meraviglia ricomincia a pompare… la felicità…

…capita… a stento… ma capita…

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