Quando è in mezzo alla gente Jack è contento, ovvio però che non deve essere troppa, a lui piace avere lo spazio giusto per poter camminare tranquillamente, sempre nel caso in cui il tasso alcolemico è inferiore allo 0,5. In questo caso però si troverebbe un po’ impacciato nei movimenti, lo vedi perchè incomincia a sistemarsi la giacca, i pantaloni, controlla se nelle tasche manca qualcosa… Insomma gli piace avere tanta gente intorno ma quasi sempre si sente in imbarazzo. Jack è un uomo molto alto, ma nei locali è sempre comunque in punta di piedi, vuole vedere bene le facce delle persone che lo circondano, alla ricerca di qualcosa che lo colpisce, e un pò come un bambino sulle spalle del padre, incomincia a curiosare tra pettinature, orecchini, colletti di camicia, lembi di pelle femminile, occhiali e occhi di donna. Il suo desiderio è quello di incrociare lo “sguardo di fata”, ovvero quello che lo incanterebbe per tutta sera e che lo farebbe sognare tutta la notte.
Tutto cambia se Jack è sbronzo, lo spazio giusto per poter camminare tranquillamente lo troverebbe anche se nel locale non ci fosse lo spazio per far passare una mosca, riuscirebbe ad intraprendere addirittura un andamento stile “pappone americano”, ciondolando a ritmo di musica sulle ginocchia e pistolettando con le mani tutte le persone che riconosce, se il locale invece è uno di quelli “familiari”, ovvero dove conosce almeno il 90% delle persone presenti, è in grado di assumere un’entrata trionfale urlando “YEAH” con le mani al cielo, indicando colui che dovrà offrirgli da bere il prossimo giro.
La serata per Jack inizia però in maniera tranquilla, deve guidare e quindi non si mette ad esagerare con l’alcol. Una birretta o forse due, in certi casi solo un semplice drink. Si mette alla ricerca degli amici di sempre nel PUB più “in” della città, il “Capitan Stento”, un locale molto amato per la musica, la birra ed i drink serviti. Jack conosce molto bene il proprietario del PUB, è un amico di famiglia, uno di quelli che ha conosciuto tramite le numerose cene pallose fatte da piccolo, con i genitori, da fantomatici zii o mezzi parenti. In una di queste “celebrazioni del cibo” gli andò di culo il fatto che un mezzo-zio di famiglia avesse un figlio poco più grande di lui, Martin, che aveva la passione sfrenata per i LEGO, cosa che li rese subito amici inseparabili. Martin ha realizzato un locale coi fiocchi, uno di quei posti in cui tantissima gente dai gusti differenti si troverebbe in un luogo familiare, l’arredamento è caldo e informale, la birra è eccezzionale, ed i barman sono fenomenali a realizzare cocktails di tutti i tipi. Il punto forte del “Capitan Stento” è la musica, in grado di essere per tutti accogliente ad inizio serata, in seguito diventa ritmica ed avvolgente, fino a quasi-chiusura, dove, insieme alle luci, si fa rilassante, per cullare tutti verso l’uscita ed il mondo dei sogni. Ma il mondo dei sogni per quasi tutti in città è proprio il “Capitan Stento”, un posto dove la gente sa divertirsi e rilassari più che mai. Il significato del nome del PUB deriva da un tema scritto da Martin alle scuole superiori, il titolo del tema era: “Descrivi per te cos’è la felicità”. Lui dopo due ore consegnò un foglio a protocollo con scritto a metà pagina: “Capita a stento” e nient’altro. Prese tre. Ma riuscì nella vita a far capitare questa felicità nelle persone almeno ogni WeekEnd dell’anno, con un gioco di parole, nel suo locale da dieci e lode.
Jack ritrova gli amici vicino alla cassa, tutti accalcati per ordinare, si avvicina al banco, allunga dieci euro ordinando “il solito!” a Martin che si trova dietro il bancone, Martin risponde con una Weiss media, dieci euro di resto ed un sorriso sincero. Le chiacchere con gli amici sono sempre le solite, ma sempre piacevoli, si parla dell’amore che non c’è, di quanto è duro il lavoro e di quanto sia necessaria una sbronza per non pensarci.
A metà birra Jack esce per fumare una sigaretta, per riempire il solito vuoto che lo attanaglia da mesi ormai. La gente fuori è molta, tra le vampate di fumo si accorge che la maggior parte delle persone in città hanno i capelli scuri, corti e ben pettinati. Le ragazze invece sono quasi tutte castane, non troppo alte, e tutte truccate all’infinito per sembrare le più belle. Mentre boccheggia la sua Malboro, Jack nota uno sguardo dal taglio regale, ed incomincia a fissarlo. Jack crede che facendo così si scaturisca nella persona osservata un potere reale che la farà girare almeno per qualche secondo. E’ lei, è quella che cercava da tempo, è troppo carina e solare. Lei è sola e sta parlando con tre uomini, tutti gasati dai loro vestiti firmati e sorrisi smaglianti, ma a Jack questo non importa, continua a fissare lei negli occhi, ogni tanto fa una pausa e gli guarda le labbra, il mento e le orecchie… Jack è incantato e non smetterà di fissarla fino a quando non si gira. Finita la Malboro ciò accade, la sua musa si gira, incrocia lo sguardo con il suo e gli accenna mezzo sorriso imbarazzato. Jack sa ciò che vuole ma come tutti ha anche paura, paura dell’amore, paura del rifiuto, paura di soffrire. Le cicatrici sul suo cuore sono ben chiuse ma fin troppo visibili. Tutto ciò gli porta insicurezza e insoddisfazione, ma alla fine è ciò che vuole, la luna non è apparsa per caso e certamente è il momento giusto. Finisce la birra, la appoggia sul bordo della finestra del locale, e si avvicina goffamente alla ragazza, continuando a fissarle gli occhi, senza guardare dove mette i piedi, come se avesse paura di perderla. Arrivato quasi dietro di lei, girandosi, con la mano, per sbaglio o per fato, sfiora quella della ragazza e qui accade cio che per Jack sembrava un sogno. La mano della ragazza afferra quella di Jack e la stringe a se in un morsa di piacere incantevole, dove le dita si incastrano in maniera perfetta l’una di fianco all’altra. Jack viene avvolto da un calore inaspettato, alternato a brividi di stupore, la sua mente si fa solare e il suo cuore a meraviglia ricomincia a pompare… la felicità…
…capita… a stento… ma capita…
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